Diagnosi
Lo strumento di diagnosi precoce oggi più utilizzato consiste nel test DNA HPV, ovvero l'analisi di un campione di cellule che serve a individuare il materiale genetico di HPV, per capire se si è in presenza di uno dei ceppi che portano alla formazione di tumori. Viene effettuato ogni 5 anni. In caso di positività si effettua un pap-test che valuta la presenza di cellule tumorali. Quest'ultimo consiste nel divaricare il canale vaginale con uno speculum per consentire il prelievo di alcune cellule dalla cervice con una spatolina e uno spazzolino conico. L'esame può essere condotto durante una normale visita ginecologica, dura pochi secondi e in genere comporta un fastidio minimo. È richiesta assenza di mestruazioni e rapporti sessuali non recenti, o l'utilizzo di lavande vaginali nei due giorni precedenti.
Qualora il soggetto risultasse positivo al virus, oltre al pap-test sarà necessario ricorrere a esami diagnostici più approfonditi, quali la colposcopia, che consente di visualizzare meglio eventuali anomalie cellulari sulla superficie della cervice, mediante l'utilizzo di un colposcopio.
Come si cura
Al momento non esistono terapie farmacologiche per eradicare il virus dall'organismo. Nei casi in cui l'infezione non regredisca spontaneamente, verruche e condilomi possono essere trattati con creme ad azione antivirale o immunomodulatrice che in genere producono buoni risultati. In alternativa è possibile procedere con trattamenti chirurgici locali per la rimozione delle escrescenze, come per esempio laser terapia, diatermocoagulazione o crioterapia.
L'asportazione chirurgica è utilizzata anche per le cellule precancerose localizzate nel collo uterino, pratica che garantisce ottimi risultati senza interferire sulle funzioni riproduttive della donna.
Se il tumore è già sviluppato, i trattamenti previsti sono diversi e variano in base alla gravità della situazione, dall'asportazione (parziale o totale) dell'utero, alla chemio e radioterapia.
Prevenzione
Il primo strumento di prevenzione è la vaccinazione, che costituisce a oggi la via più efficace e sicura per combattere il rischio di infezione da HPV.
I vaccini disponibili sono tre: un vaccino bivalente (contro Hpv 16 e 18), un vaccino quadrivalente (contro Hpv 16, 18, 6 e 11) e dal 2017 uno nonavalente (contro Hpv 16, 18, 6, 11, 31, 33, 45, 52 e 58). Tutti sono indicati contro i ceppi 16 e 18 maggiori responsabili della formazione di lesioni neoplastiche nella cervice uterina. Il nonavalente protegge anche nei confronti di altri ceppi responsabili anche essi , seppur meno frequentemente, di forme tumorali. Oltre a garantire questa protezione, il vaccino quadrivalente e il 9-valente prevengono la formazione dei condilomi genitali, maschili e femminili, causata dai rispettivi ceppi virali (HPV 6 e 11).
La vaccinazione contro il Papilloma Virus è inclusa nelle raccomandazioni del Codice europeo contro il cancro e in Italia è inserita nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale, offerta attivamente e gratuitamente nel dodicesimo anno di vita (dal compimento degli 11 anni) a ragazze e ragazzi. La condizione ideale, infatti, è vaccinare pazienti che ancora non abbiano iniziato l'attività sessuale. Anche l'Organizzazione mondiale della Sanità, nel novembre 2020, ha lanciato un programma di azione per arrivare a eliminare il cancro cervicale provocato dall'HPV entro il 2030, tramite vaccinazione, screening e il trattamento di almeno il 90% delle donne con lesioni tumorali.
L'altro strumento utilizzato per la prevenzione è il pap-test, inserito in un programma di screening ormai ampiamente consolidato che in Italia include tutte le donne dai 25 ai 65 anni. Questo tipo di screening rientra nel Livelli Essenziali di Assistenza, pertanto solitamente si viene invitate a partecipare gratuitamente tramite lettera inviata dalla propria Asl di competenza.
L'HPV negli uomini: cosa c'è da sapere
Sebbene l'incidenza e le conseguenze siano più limitate, è fondamentale ricordare che l'HPV può potenzialmente colpire sia le donne sia gli uomini, ugualmente esposti alle patologie a esso correlate. L'incidenza tumorale negli uomini è minore a quella registrata nelle donne: tra i circa 33 mila casi di cancro dovuto ad HPV 16 che si registrano ogni anno, 18 mila sono ricollegabili a soggetti di sesso femminile, contro i 16 mila di sesso maschile. Ogni anno, riporta l'Airc, si registrano 500 casi di tumore al pene, il 50% dei quali connessi all'HPV. L'esame diagnostico cui si può ricorrere è la peniscopia, che in modo non invasivo serve a valutare in maniera approfondita la presenza di anomalie cellulari sulla superficie del pene.
Attenzione anche al cavo orale, altra sede tumorale particolarmente sensibile alla presenza del Papilloma Virus per gli uomini. Secondo i dati dell'Airtum, vengono diagnosticati 500 casi all'anno di cancro all'orofaringe determinati dall'HPV.