Otorinolaringoiatria

Quando fare l’esame audiometrico?

30/05/2022 - Tempo di lettura: 7 minuti

Fra gli esami di routine cui ci sottoponiamo come controllo, spesso quello dell'udito non è contemplato, perché solitamente si ricorre a questo tipo di indagine solo quando percepiamo segnali di allarme specifici. Sarebbe invece raccomandabile includerlo fra i controlli periodici perché, con il passare degli anni, il nostro udito tende in modo fisiologico a perdere un po' di sensibilità. A prescindere dall'età, fare dei test regolari consente di intervenire in tempo utile e prevenire l'insorgere di problemi più o meno gravi, anche non legati all'invecchiamento.

 

I disturbi dell'udito, infatti, sono malattie fortemente invalidanti. Tra gli adulti condizionano l'attività lavorativa, mentre nei bambini influiscono direttamente sul linguaggio e sulle capacità cognitive con conseguenze sull'apprendimento. In tutti i casi, la condizione finale risulta di forte isolamento sociale.

 

In questo articolo vedremo quali sono i disturbi uditivi e come svolgere l'esame audiometrico, che consiste nel primo accertamento da fare per verificare lo stato di salute dell'udito.

Quali sono i disturbi uditivi

I disturbi dell'udito possono variare per tipologia, origine e intensità. Con il termine sordità si indica la perdita totale delle capacità uditive, mentre si parla di compromissione dell'udito quando la perdita è parziale. Se il disturbo interessa un solo orecchio si definisce unilaterale.

 

I deficit della funzione uditiva vengono anche definiti ipoacusie e possono essere suddivisi in due categorie, in base alla localizzazione del problema:

  • ipoacusia di trasmissione: è causata da malformazioni, traumi ma soprattutto processi infiammatori a carico dell'apparato di trasmissione dei suoni nell'orecchio esterno e medio. Si tratta di una patologia trattabile sia medicalmente, sia chirurgicamente. L'esempio più classico è l'infezione dell'orecchio medio nell'infanzia (otite), che generalmente non provoca deficit gravi dell'udito (non oltre i 50-55 dB);
  • ipoacusia neurosensoriale: è dovuta a problemi dell'orecchio interno o del nervo acustico, che riducono la percezione di alcune frequenze e fanno sì che i suoni appaiano distorti. Tra le cause più frequenti ci sono l'esposizione a rumori e l'invecchiamento. Questa patologia è quasi sempre permanente e richiede riabilitazione.

    Vengono classificati quattro livelli di ipoacusia:
  • leggera: se si è in grado di sentire e ripetere parole con un tono di voce normale alla distanza di un metro;
  • moderata: se si è in grado di sentire e ripetere parole con un tono di voce elevato alla distanza di un metro;
  • severa: se si è in grado di sentire alcune parole quando vengono urlate nell'orecchio;
  • profonda: quando non si è in grado di percepire niente.

 

I livelli 2, 3, 4 sono considerati invalidanti. Ogni grado implica un diverso tipo di approccio medico e sociale.

Cos'è l'esame audiometrico

Il test audiometrico è l'esame di primo livello, un'indagine attraverso il quale è possibile misurare la funzionalità e la sensibilità uditiva dell'orecchio. È indicato nei casi in cui si sospetti un abbassamento dell'udito e può essere prescritto dal medico specialista durante la visita otorinolaringoiatrica.

 

Per il suo svolgimento possono essere utilizzate:

  • metodiche obiettive, che possono essere eseguite senza la collaborazione consapevole del paziente o addirittura in stato di sedazione o anestesia;
  • metodiche soggettive, che richiedono la collaborazione attiva o semi-attiva del paziente.

Tra le metodiche soggettive, si distinguono due tipi di audiometria, che indaghiamo di seguito.

Audiometria tonale

Questa modalità consente di misurare la soglia uditiva per via aerea e ossea, tramite l'ascolto di suoni in cuffia da parte del paziente. Lo stimolo è costituito da un tono puro, cioè da un'onda acustica a forma di sinusoide regolare con una cadenza periodica molto precisa; i toni puri non esistono in natura.

 

I suoni vengono emessi da uno strumento chiamato audiometro. Si effettua all'interno di una cabina silente (chiamata cabina audiometrica) o in un altro ambiente insonorizzato. I suoni tonali possono essere inviati:

  • in campo libero tramite altoparlanti, soluzione in genere adottata con i bambini più piccoli: in tal caso la risposta è globale, non potendo distinguere la sensibilità di ciascun orecchio;
  • utilizzando una cuffia audio, in modo di saggiare la risposta separatamente per le due orecchie, in genere utilizzata su bambini grandi e adulti;
  • impiegando la via ossea: i suoni sono inviati attraverso un trasduttore vibratorio posto sull'osso mastoideo dietro l'orecchio.

Dal punto di vista diagnostico ci sono differenze fra le risposte ottenute per via aerea e per via ossea: le prime indicano lo stato di funzionalità dell'orecchio nella sua interezza; le seconde, dal momento che la stimolazione raggiunge direttamente l'orecchio interno, informa sullo stato funzionale solo dell'orecchio interno, la cosiddetta riserva cocleare.

I risultati del test sono riportati in grafici chiamati audiogrammi, che mostrano le discordanze tra le soglie uditive del paziente e i valori normali a ciascuna frequenza. La differenza è misurata in dB. La soglia normale è considerata un livello uditivo (Hearing level) di 0 dB (Hl); si considera presente un'ipoacusia se la soglia del paziente è superiore a 25 dB HI.​

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Audiometria vocale

Questa seconda modalità si basa sulla voce e, più in particolare, sulle parole. Infatti, l'obiettivo dell'esame audiometrico vocale è assicurarsi che il paziente sia in grado di comprendere e distinguere le singole parole.

 

Nell'adulto si utilizzano parole a senso compiuto, oppure parole senza senso, frasi, in presenza o no di rumore competitivo. Il paziente viene invitato a ripetere o scrivere le parole inviate generalmente in cuffia a vari livelli di intensità.

Con i bambini si utilizzano suoni di vita reale (animali, rumori di casa, di strada, di campagna) rappresentati da immagini colorate; il piccolo dovrà indicare quella corrispondente al suono percepito.

 

Anche questo tipo di esame si esegue preferibilmente in ambiente silente e le risposte vengono riportate su uno specifico audiogramma. L'audiometria vocale è finalizzata prevalentemente alla valutazione di quanto l'eventuale perdita uditiva va a incidere sulle possibilità comunicative dell'adulto o del bambino. È un test importante anche per verificare l'efficacia correttiva di un apparecchio acustico.​




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Audiometria obiettiva

Le modalità fin qui descritte rappresentano le metodiche audiometriche tonali soggettive. Come descritto in precedenza, esistono anche importanti metodiche di audiometria obiettiva che permettono di ricavare informazioni utili anche senza collaborazione o istruzioni particolari al paziente, sia nel bambino sia nell'adulto. Sono esami utili per la diagnosi di determinate patologie e comunque complementari rispetto alle metodiche soggettive, che vanno in ogni caso eseguite.

 

Per esempio l'impedenzometria, un esame di tipo obiettivo, è particolarmente indicata per:

  • lo studio dell'orecchio medio (per es. otiti catarrali con versamenti nella cassa del timpano);
  • lo studio della funzione tubarica (per es. infiammazioni e stenosi della tromba di Eustachio);
  • lo studio della mobilità degli ossicini, attraverso la registrazione dei riflessi del muscolo che si sfiocca sulla staffa (importante test per la diagnosi di otosclerosi).

​​​​​Presbiacu​sia: il deficit uditivo negli anziani

L'esame audiometrico, nel caso degli anziani, deve rientrare fra i controlli periodici perché tipicamente vanno incontro a una progressiva riduzione dell'udito, definita presbiacusia. La sua origine probabilmente deriva da una combinazione tra gli effetti dell'invecchiamento e quelli dell'esposizione cronica ai rumori.

 

Dai dati 2017-2020 dell'osservatorio Passi d'argento emerge che il 15% degli ultra 65enni residenti in Italia riferisce un problema di udito. Questa quota cresce con l'età (a 65-74 anni è del 7% ma sale al 34% dopo gli 85 anni) e non mostra differenze di genere.

La perdita dell'udito negli anziani non deve essere attribuita soltanto all'età, ma deve essere valutata con cura: i pazienti over 65 spesso potrebbero, infatti, avere un tumore, una patologia neurologica o autoimmune o, nei casi migliori, una perdita dell'udito facilmente correggibile.

Studi recenti suggeriscono fortemente che la perdita dell'udito negli anziani  faciliti anche l'insorgere della demenza, mitigabile grazie a una correzione adeguata del deficit.

 

Sempre secondo i dati di Passi d'argento, fra le persone con un problema di udito è più alta la prevalenza di coloro che restano socialmente isolate e riferiscono che in una settimana normale non incontrano né parlano con qualcuno (42% contro il 18% nel campione totale). È più alta la prevalenza di sintomi depressivi (26% contro 13% nel campione totale) ed è più alta la quota di chi è caduto nei 30 giorni precedenti l'intervista (11% vs 8%).

L'esame audiometrico presso Dyadea

I Centri Medici ​Dyadea sono attrezzati con un ambulatorio di otorinolaringoiatria, aperto agli adulti come ai bambini, dove è possibile verificare lo stato di salute di orecchie, naso, gola e corde vocali. Gli specialisti Dyadea non solo possono accompagnare i pazienti nel percorso di accertamento, ma eseguire anche gli esami più specifici, come per esempio quelli endoscopici, la rimozione del tappo di cerume o l'impedenzometria. Infine, nei laboratori Dyadea si possono svolgere piccoli interventi chirurgici che interessano cavo orale, labbra, orecchie o naso. ​