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Gambe gonfie: cosa fare?

20/06/2022 - Tempo di lettura: 5 minuti

​​Gambe gonfie e caviglie pesanti possono essere un segno di insufficienza venosa: un sintomo da non trascurare e scopriamo qui perché.

Le vene degli arti inferiori hanno la funzione di pompare il sangue verso il cuore, andando contro la forza di gravità. Quest'attività viene agevolata dalla pompa muscolare del polpaccio, che schiaccia le vene quando si contraggono. Le valvole venose impediscono che il sangue defluisca verso il basso. Nel caso in cui queste valvole non si chiudano più bene, il sangue può ristagnare nelle parti più basse portando di conseguenza a gambe gonfie.

 

Quando la disfunzione venosa progredisce, si parla di insufficienza venosa cronica, un disturbo che ha un'importante rilevanza sia dal punto di vista epidemiologico, sia per le conseguenze economico-sociali: si calcola che colpisca in varia misura circa il 30% della popolazione italiana femminile e il 15% di quella maschile a partire dai 50 anni in poi, con notevoli ripercussioni sulla vita lavorativa.

 

Per capire meglio cosa potrebbe nascondersi dietro le gambe gonfie, in questo articolo approfondiremo l'insufficienza venosa cronica, quali sono i sintomi e i soggetti più a rischio, oltre a come può essere diagnosticata e trattata.

In cosa consiste l'insufficienza venosa cronica che porta alle gambe gonfie​​

La circolazione venosa riporta il sangue dalle gambe e dai piedi verso il cuore. Come scritto poco sopra, in presenza d'insufficienza venosa, nelle vene superficiali delle gambe il sangue non riesce a risalire in modo corretto. L'insufficienza venosa cronica, infatti, consiste nell'incapacità del sangue delle vene a ritornare al cuore dopo essere arrivato fino agli arti inferiori, dove tende a ristagnare.

 

L'insufficienza venosa cronica (IVC) può essere suddivisa in due grandi gruppi, a seconda della causa prevalente:

  • IVC organica: causata da vere e proprie alterazioni alle vene;
  • IVC funzionale: dovuta a un'iperattività delle vene obbligate a un lavoro eccessivo.

Perché si manifesta l’insufficienza venosa cronica

L'insufficienza venosa cronica organica può essere causata da una dilatazione delle pareti delle vene, le cosiddette varici, che a sua volta può essere legata al numero di gravidanze, all'uso di anticoncezionali orali, alla ritenzione idrica, al sovrappeso, alla stipsi cronica, alla familiarità e al tipo di lavoro svolto.

 

L'IVC funzionale, invece, è causata da un sovraccarico di lavoro delle vene provocate da postura errata, alterazioni della pompa muscolare che assicura il ritorno venoso regolare, o da ostruzioni linfatiche (linfedema).​​​

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I fattori di rischio

Il fattore di rischio principale per l'insufficienza venosa cronica è la familiarità. L'eccesso di peso rappresenta un altro elemento, soprattutto perché nelle persone in sovrappeso il sangue viene pompato molto più lentamente a causa del gran numero di cellule adipose presenti in parti del corpo interessate dal flusso del sangue diretto verso gli arti inferiori.

Anche la sedentarietà favorisce l'insorgere di questo disturbo, così come passare molte ore in piedi per ragioni professionali, soprattutto in ambienti caldi.

 

Le donne predisposte a insufficienza venosa, oltre ai fattori precedenti, devono prestare attenzione anche ad altri due elementi:

  • l'esposizione agli ormoni sessuali con l'assunzione di contraccettivi e con la terapia ormonale sostitutiva, perché peggiorano l'insufficienza venosa e aumentano la gravità dei sintomi;
  • la gravidanza: si associa a un aumento del rischio​ d'insufficienza venosa per le variazioni ormonali che insorgono e per l'aumento di peso.​​

Quali sono i sintomi dell’insufficienza venosa cronica, oltre le gambe gonfie

L'insufficienza venosa cronica si manifesta con sintomi variabili, che vanno dalle gambe gonfie fino ad alterazioni molto più severe.

 

In particolare senso di pienezza, pesantezza, costrizione, crampi, dolore, stanchezza e parestesie nelle gambe peggiorano assumendo la posizione eretta o durante la deambulazione, mentre regrediscono con il riposo e sollevando la gamba. Il prurito può accompagnare il gonfiore e le alterazioni cutanee.

 

Questi sintomi tendono a manifestarsi in particolar modo nei mesi estivi, quando le temperature esterne sono più elevate. I disturbi aumentano progressivamente all'aumentare del ristagno di sangue, che provoca una maggiore pressione nelle vene.

Complicazioni

L'insufficienza venosa cronica che provoca le gambe gonfie, cioè ai primi stadi, non rappresenta un problema grave. Non va però trascurata perché i sintomi, inizialmente lievi, tendono col tempo ad aggravarsi: il ristagno del sangue comporta infatti un aumento della pressione nelle vene e favorisce infiammazioni che possono ledere le cellule delle pareti dei vasi.

 

L'IVC può favorire anche la comparsa di complicanze quali flebiti, trombosi o ulcerazioni, oltre a disturbi come la cellulite e le emorroidi.

La complicanza più temibile è la trombosi venosa profonda, che consiste nella formazione di coaguli di sangue (trombi) all'interno delle vene profonde delle gambe.

Diagnosticare l'insufficienza venosa cronica esaminando le gambe gonfie​

La diagnosi di solito si basa sull'anamnesi e sull'esame obiettivo. L'ecodoppler degli arti inferiori è consigliato a chi inizia ad avere i primi sintomi e permette di escludere o confermare una trombosi venosa profonda.

 

È un esame rapido e non invasivo che consente di rilevare  eventuali anomalie o malattie utilizzando gli ultrasuoni. L'analisi delle immagini che restituisce consente di valutare in tempo reale la velocità e la direzione del flusso sanguigno. In particolare, permette di valutare la funzionalità delle vene delle gambe e l'eventuale presenza di trombi. Inoltre, consente di verificare se la direzione del flusso del sangue abbia, o meno, un andamento inverso rispetto al normale (reflusso).

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Trattamento dell'insufficienza venosa cronica

La terapia dell'IVC dipende dalla causa che la origina. Se è provocata da varici, è sufficiente la loro asportazione o sclerosi, con guarigione e totale scomparsa dei sintomi. Nei casi di problemi del circolo profondo vanno invece prescritte speciali calze elastiche. I farmaci servono a diminuire l'entità dei disturbi, ma in genere non sono risolutivi della causa.

 

Per l'IVC funzionale, oltre alla calza elastica e ai farmaci, va prescritto un plantare emodinamico flebologico, che ha lo scopo di favorire la pompa muscolare. Possono essere utili anche fisioterapia e massaggi.

 

Interventi di chirurgia come legatura venosa, stripping o ricostruzione valvolare sono generalmente inefficaci, così come i trapianti di cute suggeriti per i pazienti con ulcere da stasi, perché anche l'innesto tende a ulcerarsi se non viene trattata la sottostante ipertensione venosa.

 

Anche il dimagrimento, l'esercizio regolare e la riduzione del sodio nella dieta potrebbero rivelarsi vantaggiosi nei pazienti con un'insufficienza venosa cronica bilaterale, cioè che coinvolge entrambi gli arti. 

L'assistenza angiologica presso i centri Dyadea​

I centri Dyadea, fra le varie specializzazioni che annoverano, includono anche quella di angiologia, che si occupa di diagnosticare disturbi come la trombosi venosa, le vene varicose, l'insufficienza venosa cronica e le ulcere vascolari.

 

Durante la prima visita, dopo la raccolta delle informazioni preliminari, segue un esame fisico attraverso la palpazione delle sedi vascolari più facilmente accessibili e l'osservazione di alcune parti del corpo per rilevare la presenza di varici o di arrossamenti anomali. Per una diagnosi più approfondita, si aggiunge anche la prescrizione dell'ecocolordoppler, in modo da stabilire con più certezza l'origine dei primi disturbi vascolari che il paziente può lamentare, come per esempio le gambe gonfie.